La Guida Martinez: 1 – Catania Slot

Il club offre servizi invidiabili, oltre ai box spaziosi, ma un po’ troppo vicini alla porta d’ingresso, bar, caffè, wc finalmente umano, con antibagno (nel corso della serata mi è anche venuta voglia di fare una doccia ma non l’ho detto a nessuno). Vale sicuramente la pena di essere visitato (il club, non il wc!).
Avevo già trovato il tempo di fare una capatina infrasettimanale ed avevo riportato l’impressione sgradevole che ti dà la classica cattedrale nel deserto; Viagrande, delizioso rifugio dall’afa estiva, nelle sere d’inverno sembra una città fantasma con una nebbia che non invidia nulla alla pianura padana, ma la serata di gara è sempre tutta un’altra cosa quindi ero molto curioso.
Effettivamente, pieno di gente, il club fa davvero un altro effetto.
La pista Ninco brulica di gente, per forza! Catania (città modaiola per definizione) da tempo si è ormai convertita alla plastica, ora poi c’è un’autentica new wave di novizi che seguono la scia di quelli che hanno già ottenuto risultati incoraggianti; ma anche la pista in legno, grazie all’impegno del “volontario” e volenteroso Antonio Squillaci in arte Squillax, si presenta bene ed invoglia i palati più raffinati, gli altri la usano solo per appoggiarci su qualcosa, uno sparecchiatavola da 50 metri quadrati ed oltre. Stamattina appena sveglio, prima di colazione ho tolto la polvere dalle mie produzione 1/32 e 1/24, vuol dire che un pochino di effetto l’ha fatto anche a me!
Il club è giovane (anzi neonato) ma gli organizzatori sono vecchie facce molto conosciute dappertutto, per questo non è certo il caso di perdonare errori di gioventù; decido di essere severo.
L’impianto principale è chiaramente la pista Ninco; l’impatto all’ingresso del locale è proprio da k.o., entri e ti trovi di fronte ad una pista sterminata.
Dal posto di guida la prospettiva è un po’ meno felice, buona parte della pista, che comunque è disposta in modo decisamente dispersivo, si trova nascosta dietro i nasi dei piloti che vi stanno accanto.
Altri due problemi riguardano i commissari di curva; primo: la pista ne richiede davvero troppi. Che la si voglia considerare una caratteristica del tracciato, che la si voglia considerare un errore di progettazione, è certo che il problema in gara deve essere risolto dagli organizzatori; non è possibile obbligare tutti i concorrenti ad un “turno” di commissario continuativo dall’inizio alla fine della gara.
Il secondo problema è costituito dal difficoltossimmo accesso alla pista per i commissari stessi; l’intero tracciato è stato progettato senza neanche lontanamente considerare la necessità di recuperare i modelli usciti di pista. Premesso che, comunque, in una sei corsie il recupero delle macchine può essere disagevole anche in curve immediatamente raggiungibili dai commissari, molte, troppe, curve risultano fisicamente inaccessibili.
Il fenomeno del “ponte!” in piste in realtà sprovviste di cavalcavia mi ha stancato; secondo me deve essere giudicato con grande severità e non come simpatica manifestazione di colore locale. Ometto giudizi sul bastone da pizzaiolo.
Non per questi motivi, è già stato attuato un intervento correttivo, non particolarmente azzeccato (per il tracciato che ne ha perduto ritmo di guida), ma sintomatico di una volontà di crescita; una più razionale analisi dei problemi e delle esigenze potrebbe costituire in futuro, un miglior presupposto per un intervento risolutivo.
La seconda pista è già conosciuta.
Si tratta dell’originario impianto privato dei Mirone Brothers sul quale negli ultimi anni ’80 si sono disputate gare di livello regionale a Trecastagni (ho vinto il G.P. d’estate, ricordate?), nei primi ’90 trasferito con modifiche che ne hanno aumentato la lunghezza alla sede Slot Palace di via Stazzone, ed oggi, finalmente, destinato a soddisfare le voglie dei pochi (ultimi?) immarcescibili metallari del terzo millennio.
Questa seconda pista, direi sui 25 metri (abbondanti) di estensione, in legno nobilitato da formica bianca, è un tipico esempio di tracciato turcibudella anni ’80 (nella conformazione originaria non c’era neanche un centimetro di rettilineo), oggi un po’ velocizzato, premia decisamente (forse un po’ troppo) la tecnica telaistica, al punto da poter risultare quasi inaccessibile per chi non fosse dotato di un mezzo all’altezza. E’ bellissima la bandella in rame massiccio, liscia e a sbalzo zero, completamente incassata nel legno, che consente assetti mozzafiato.
L’impianto, almeno per adesso, pare comunque destinato ad una propedeutica e necessaria attività di produzione che quindi non dovrebbe imporre particolari requisiti tecnici.
La pista rally, anche questa un po’ di moda, pare possa essere il prossimo passo, la aspetto con curiosità.
Nel frattempo andate a vedere di persona il Catania Slot e cominciate a prendere confidenza con le piste che comunque, quest’anno, saranno sede di tutti i campionati regionali e partecipate ai campionati sociali in corso, se avete voglia di contribuire ad un club che sino ad oggi, nel bene e nel male, ha sostenuto investimenti economicamente coraggiosi.

PACE!

Riguardo

Slot racing

2 commenti su “La Guida Martinez: 1 – Catania Slot

  1. L’autore di quest’articolo è il Dott. Domenico Martinez, da non confondere con MimmoMartinez, un pazzo sclerotico incredibile.

    Come dire…. doppia personalità!

    MIMMOSEIUNMITOOOOOOOOOOO

    nb c’era anche SIGNOOPPAOLOOOO??

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