Lotus 72 1970 Jochen Rindt – Una favola!

Il primo modello sarà la mitica Lotus 72 che il grande Jochen Rindt portò alla vittoria con livrea Gold Leaf sul circuito di Hochenheim nel 1970.

Bella da morire, curata in ogni minimo particolare, è un modello slot da fare invidia ai migliori statici.

Rispetto a modelli similari della concorrenza che senza magnete sulle piste sono inutilizzabili, oltre al grande lavoro estetico, su queste F1 si è curato l’aspetto dinamico del modello.
Con le gomme appropriate e togliendo il magnete, nulla hanno da invidiare alle slot car di elevate prestazioni a cui siamo abituati in questi ultimi tempi.

A livello estetico da notare il casco molto reale con la testa del pilota visibile dietro la visiera trasparente

Non parliamo poi della riproduzione del motore Ford con tromboncini, tubi e collettori di scarico. Una vera opera d’arte.

Il progetto della serie F1 Classic di Policar ha richiesto parecchio lavoro di progettazione per fare in modo che la meccanica non fosse visibile e non rovinasse esteticamente la linea dei modelli.

Se non fosse per il pick-up la lotus 72 potrebbe passare per un modello statico a tutti gli effetti.
Dall’esterno non si vede assolutamente la trasmissione.
Per ottenere questo incredibile risultato estetico è stata progettata una cascata di ingranaggi che rimane all’interno della bellissima riproduzione dell’otto cilindri Ford.

Questo gioiello di ingegneria fa si che, una volta tolta la carrozzeria, ci troveremo davanti ad una situazione diversa dal solito semplice pignone/corona.
Niente di complicato, si intende, ma per chi ne farà un uso agonistico o semplicemente provare a cambiare rapporto, sarà meglio comprenderne i meccanismi di smontaggio e rimontaggio.

Per togliere la carrozzeria dobbiamo svitare 4 viti (due frontali e due laterali) e una vite a brugola (poco visibile) posta all’altezza del cambio.

Le viti della carrozzeria si individuano facilmente perché hanno la testa piatta, mentre quelle del supporto motore (4) hanno la testa tonda.

Una volta svitata la brugola posteriore potrete estrarre i leveraggi del cambio che comprendono i terminali degli scarichi e la batteria

Prestare molta attenzione a togliere la carrozzeria perché le marmitte che rimangono attaccate al motore passano sotto l’assale e dovrete sfilare la scocca verso l’anteriore.
Una volta tolta la carrozzeria possiamo vedere tutta la meccanica (nella foto i fili passano sopra l’assale, in realtà il passaggio corretto è sotto.

Ecco la composizione della trasmissione

Svitando le 4 viti del supporto motore si separa la parte anteriore del telaio da quella posteriore

All’apparenza la carrozzeria sembra molto delicata, in realtà i pezzi a rischio urto come le alette anteriori o l’alettone sono ad incastro (si tolgono e si rimettono in un attimo).

Vediamo ora come assemblare la trasmissione (operazione inversa per smontarla).

ATTENZIONE!!! Per togliere l’assale e la corona non tentate di sganciarli facendo uscire le boccole dalle fessure del supporto motore, ma seguite la procedura che vi mostro.

L’assale è comprensivo di pignone: a ricambio troverete assali pre assemblati con pignoni da 16. 17 o 18 denti.

Per prepararlo al montaggio dovrete inserire lo “stopper” e le due bronzine.

Inseritelo nel supporto motore con le bronzine e lo stopper vicino al pignone

poi infilate le bronzine nelle rispettive sedi del supporto motore

Notate che il pignone dovrà premere contro la boccola di destra. Infilate la boccola di sinistra e bloccate il tutto con lo stopper.

Per smontarlo l’operazione è inversa, sbloccate lo stopper e fate uscire le boccole dalla sede.
Venduti a ricambio ci sono i cuscinetti da sostituire alle bronzine

Anche la corona è montata tramite bronzine (una diversa dall’altra. NON INVERTITELE)

Infilate la bronzina di destra nella sede del supporto motore

La corona deve avere OBBLIGATORIAMENTE due rasamenti/rondelle da 0,2mm come vedete in figura

Inserite la corona nella bronzina

Infilate la bronzina di sinistra dall’esterno (la pretuberanza della bronzina deve corrispondere con la parte aperta della sede)

Girate la bronzina con il cacciavite a taglio per fare in modo che non esca dalla sede

Spingete verso l’esterno la boccola di sinistra per bloccare la corona

La corona sarà unica (z25/z16), non sono previste dentature diverse dall’originale. Il rapporto lo si cambia solo con la sostituzione dell’assale.

Ovviamente le stesse operazioni vanno fatte al contrario per rimuovere la trasmissione.

Tutto sommato, fatto una volta, è tutto estremamente semplice.
La parte che ho trovato più ostica è stato rimontare la carrozzeria sul telaio.
Le marmitte da infilare sotto all’assale con i tubi dell’acqua che interferiscono, non è proprio un’operazione così semplice e veloce.
Per le prossime F1 Classic è in fase di modifica lo stampo delle marmitte per accorciarle in modo che la carrozzeria si inserisca dall’alto senza troppe acrobazie.

I cerchi sono in plastica e si montano a pressione.
A ricambio ci sono i cerchi in alluminio con il classico fissaggio a brugola e le gomme “racing” F22

Ai più scettici sul funzionamento di questo modello (vuoi per il piccolo motore, vuoi per la meccanica o quant’altro), dico che vi stupirà.
Messo in pista con le gomme F22, dopo averne capito il comportamento, sono riuscito a girare con costanza e sicurezza sui tempi delle GT3. Non volevo crederci!!!

Tale è stata la soddisfazione che al Milano Slot si è deciso di fare la classica gara di Natale con questi nuovi modelli.
Venerdì 18 sei Lotus 72 saranno fisse in corsia per la gara a squadre dei Babbi Natale.
Per chi fosse interessato nei prossimi giorni sul forum del Milano Slot sarò più preciso sulle modalità di gara.

Con questo nuovo modello non può essere che un Buon Natale!

Giacomo
www.amazingslot.com

Riguardo

Moto, Auto, Kart e Slot Car

16 commenti su “Lotus 72 1970 Jochen Rindt – Una favola!

  1. semplicemente stupenda
    vedere girare le F1 sulla pista genera emozioni uniche
    sarà una goduria vederla girare sulla futura pista in legno

    • Semplicemente geniale, piú che una slot un minicapolavoro di ingegneria.
      Bella prova, Ing. Ferrari (decisamente meglio del “mezzo-angolato-con-rimando-debole” che si è visto ultimamente da altri…)!!
      Speriamo che la sede di bloccaggio dell’alberino centrale non si deformi con il tempo… e l’uso. Curiosità: il suddetto alberino centrale è comunque da 3/32?
      Non la mette ancora in prevendita nessuno… ma si riesce ad averla sotto l’albero (noi comuni mortali intendo) “in plastica e ruote”?

      • P.S.: la livrea riporterà regolarmente lo sponsor “tabaccaio”, o sará il solito giochino delle stickers da grattare (non voglio neppure considerare l’ipotesi dei “colori fedeli con scritte omesse”!!! ) ?

  2. peccato non esser riusciti a vederla in anteprima al Vrslot…..la nebbia veronese gioca brutti scherzi…..sicuramente finirà nel mio box 😀

  3. Complimenti, mi sono sempre piaciute le F1 ma nello slot per un problema di delicatezza in caso di crash le abbiamo quasi sempre evitate…vedremo se queste magari sono meno delicate. Sono abbastanza perplesso circa la soluzione della tramissione a due stadi ( primaria e secondaria)…è risaputo che assorbe più potenza perché ha più attriti e masse in movimento e poi costringe il motore in una posizione più avanzata rispetto ad una normale In Line il che vuol dire meno peso ( e meno schiacciamento magnetico) sulle ruote posteriori con conseguente minore trazione…. quindi mi chiedo il vero perché di questa cascata di ingranaggi…che dipenda da un problema di ingombri ? oppure è stata una soluzione imposta per una questione di rapportatura che richiedeva una particolare riduzione alla ruota ( motore che gira molto alto forse…) ? Mi farebbe piacere sapere da quale esigenza o ragione tecnica il progettista ha scelto di adottare la trasmissione a due stadi .
    Complimenti per la realizzazione che emana un certo fascino sotto tutti gli aspetti …mi chiedo inoltre se è sospensionabile visto gli spazi in carrozza molto limitati.

    • Se non sbaglio é sin dall’inizio stata pensata con questa trasmissione per motivi estetici, in modo da affrontare al meglio l’aspetto modellistico-estetico… ed a mio avviso é stato centrato l’obiettivo in pieno!

    • I cerchi posteriori sono diametro 16×11,7
      In alluminio pesano 1,8g mentre quelli in plastica 0,8g

      Anteriori 13,8×7,9 peso: 0,5g

      I dati del motore non li so

  4. Eccomi
    1 – la livrea è quella che vedete nelle foto con tutti gli sponsor al loro posto
    2 – l’alberino centrale è 1.5mm
    3 – sì sarà sotto l’albero. Purtroppo c’è stato un problema imprevisto, sarebbe già dovuta essere in vendita, pensiamo che sarà disponibile la prossima settimana. Per chi non dovesse riuscire a chiederla a Babbo Natale, c’è sempre la Befana 🙂
    4 – Sì, ero pronto a partire per Verona ma la nebbia mi ha lasciato a terra
    5 – il problema da risolvere era realizzare un meccanismo che permettesse:
    a – la riduzione della dimensione degli ingranaggi a parità di rapporto per evitare la classica corona che, nel caso delle F1, è orrenda, mettendo tutto dentro una replica della scatola del classico Hewland FG400
    b – un offset molto alto fra motore e asse ruote per mantenere il baricentro in basso
    c – prestazioni ‘da corsa’
    L’idea ed il progetto sono di Andi Rowland, l’ingegnerizzazione è nostra e ha richiesto un paio d’anni di lavoro e numerose revisioni sia degli ingranaggi che della scatola del ‘cambio Hewland’. C’è voluto veramente tanto lavoro ed arrivare al risultato finale è stato molto più complesso del previsto, ma ne è valsa la pena, vedrete.
    6 – confermo che l’assale anteriore è regolabile (comunque basta tenerlo in alto facendo passare i fili sotto l’assale)
    7 – il motore è un custom Policar da 24700 RPM / 95g*cm @12V, con una faccia aperta ed una chiusa per poter variare la trazione magnetica sulla pista
    8 – il modello non ha magneti aggiuntivi

    Spero di avere detto tutto…

    • i cuscinetti venduti a ricambio,non trovandoli in Policar,sono i Cuscinetti (2x) a sfera flangiato per tendi cinghia -CH105- nati per la 4wd???
      grazie per l’attenzione Antonio Corigliano Milano.

I commenti per questo articolo sono chiusi.