Audi R18 TDI – Facile e competitiva

Ingegnere di pista, tecnico, meccanico e chi più ne ha più ne metta, il Prof. nazionale Claudio Biacchi, una certezza in fatto di preparazioni.

La R18 ha varie combinazioni e possibilità di montare telai e supporti motore stampati con plastiche di peso e durezza diversa.
Per questo motivo ne sono state preparate due, una praticamente di serie con telaio nero e supporto motore rosso

mentre l’altra con il telaio Extra Light che garantisce un peso minore estremamente importante in questa categoria.

La configurazione del Prof.

Cerchi anteriori: Avant Slot in DERLIN 15,5 x 9mm
Cerchi posteriori: PRS "STORM" 15,80 x 8,00 mm
Assale anteriore: Slot.it forato
Assale posteriore: Slot.it
Sospensioni anteriori: no
Sospensioni posteriori: NSR molle morbide
Viti supporto motore: NSR
Viti carrozzeria: MB Slot
Corona: Slot.it 25 denti* – *la dentatura va in base alla pista e al tipo di guida
Pignone: Slot.it 10 denti
Fili alimentazione: NSR
Motore: Flat6-R – Slot.it
Gomme anteriori: Slot.it zero grip 15,5×8
Gomme posteriori: BRM 22 shore 19×10
Viti a Brugola assale anteriore per regolazione assetto

Peso carrozzeria: 20g 15,9g + 4,1g di peso sotto l’abitacolo
Peso totale modello nero: 81g

Peso totale modello bianco: 79g

In primo luogo sono state effettuate delle prove per stabilire alcuni parametri come la sospensione e la posizione del peso sotto l’abitacolo.

Senza sospensione anteriore la macchina è risultata più rapida nei tratti misti, mentre il peso più arretrato l’ha resa più neutra e sicura nella guida.
Sul rapporto non avevamo dubbi, 25 denti è stato il giusto compromesso perché potessi guidarla anche io senza arrivare lungo in tutte le curve.
Il prof. avrebbe montato volentieri il 24.

Tra i due modelli sono emerse due sostanziali differenze di guida dovute all’abbinamento telaio-supporto motore.
Quella con telaio nero e supporto rosso ha un gioco maggiore tra i due componenti, in curva è morbida, molto sicura ma è meno reattiva di quella con telaio giallo e supporto nero che ha pochissimo gioco.
Chiaramente dipende tutto dal tipo di guida, se siete nervosi è consigliabile usare la prima configurazione, se siete dei "pilotoni" vi troverete meglio con la seconda.

Ricordatevi che non c’è una regola, la macchina migliore è quella che riuscite a guidare meglio, con meno uscite a discapito del "tempino" che potreste ottenere con un’altra ma che vi porta a frequenti errori.

La preparazione di queste macchine è veramente alla portata di tutti, c’è pochissimo da fare e, anche se siete pignoli, in un’ora e mezza sarete pronti per ottenere degli ottimi risultati.

Prima di iniziare la prova abbiamo testato le condizioni della pista facendo qualche giro con delle macchine conosciute utilizzate nelle gare di Club e di assoluta competitività.

Questo ci ha consentito di stabilire il riferimento, in quelle determinate condizioni, della media sul giro: 9,8 secondi
Fra le due Audi R18 TDI ci siamo concentrati principalmente su quella più leggera che consentiva una maggiore spinta in uscita di curva e, conoscendo entrambi molto bene la pista, non avevamo problemi nel tratto misto anche se la versione "nera" dava più sicurezza.
In ogni caso tra le due "ballava" 1/10 – 1/10,5

I giri del Prof. in corsia 2




Una bella media con parecchi giri sotto il 9,8 e il miglior giro a 9,696

I miei giri in corsia 3



Da guidare è veramente bella, mette una sicurezza estrema tanto che il Prof. l’ha soprannominata "PANZER" grazie alla stabilità e alla forma.

La considerazione finale è che tutti saranno in grado di portarla al limite facendo poche uscite, dedicando poco tempo alla preparazione a tutto vantaggio del puro divertimento in pista.
Direi che "PANZER" è il soprannome più azzeccato che ho mai sentito dal Prof.

Da non dimenticare che questa macchina è stata progettata per sopportare motori ben più spinti di quello che usiamo nella GT Inline, con il King EVO3, i piedoni pesanti avranno di che divertirsi.

Alla prossima
Giacomo
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Riguardo

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5 commenti su “Audi R18 TDI – Facile e competitiva

  1. Prima di tutto grazie mille per queste prove che fate,sicuramente una fonte utilissima per chi vuole provare nuovi ‘settaggi’.Ho da porre due domande: come mai una ha i fili motore sopra l’assale e l’altra sotto,il banchino rosso è stato tagliato ,lato pignone,per consentire l’inserimento del motore(che è un doppio albero) mentre quello nero, dalle foto, è intero.Sul nuovo regolamento GT Inline il taglio è permesso solo sulla Mosler….penso sia una dimenticanza…….grazie ancora per le prove saluti Aldo.

    • Penso perchè il banchino nero essendo più flessibile possa essere più senplice l’inserimemto del flat, cosa dici Giacomo.

      • Esattamente, il supporto motore rosso è molto più duro e meno flessibile di quello nero, per cui c’è rischio di rottura.
        Credo che nel regolamento sia una dimenticanza.

        Per i fili la soluzione sotto l’assale è quella definitiva utilizzata per la prova.

        • Specifico meglio la differenza dei fili:

          sulla versione nera il pk e la forcella erano completamente avvitati per cui i fili non avevano alcuna importanza.

          Nella versione bianca è stata lasciata una minima libertà di movimento alla forcella che muovendosi si porta dietro anche i fili.

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