Anticipazioni sul 1° Meeting Internazionale Vintage a Roncole Verdi
Iniziamo con questo concentrato di tecnologia, a dimostrazione che nello slot, tutto quello che vediamo sulle attuali macchine, esisteva già anni fa.
Questa è la confezione di un kit di montaggio di allora. Per completare il modello bisognava lavorare con fantasia e ingegno. Da una carrozzeria in lexan i bravi modellisti riuscivano a ricavarci uno splendido modello come questo.
L’autore è il compianto Bruno Novarese.
Un altro esempio di avanzata tecnologia è questa Chaparral. L’alettone posteriore è collegato meccanicamente al telaio, quando la macchina arriva in frenata, l’alettone cambia inclinazione.
L’aspetto modellistico era decisamente più curato di adesso, fare slot voleva dire partire da una base semplice, modificarla, aggiungere particolari ed arrivare ad avere una macchina vicina alla realtà.
Sabato sarà dedicato alla borsa scambio, prove libere in pista, verifiche tecniche e concorso di bellazza dove si terrà conto anche dell’originalità dei componenti dei modelli.
Domenica sarà dedicate alle gare. Questi splendidi modelli scenderanno sulla 8 corsie in legno Thumieu di 56 metri non certo per una passeggiata. L’agonismo tra i piloti non cambia spingendo questi gioielli in bagarre incredibili.
In pista ci saranno anche le futuristiche Thingies
Il meeting di Torino si era tenuto nella bellissima casa di Ezio Scisco dove sono riuscito a scattare qualche foto anche all’interno dei suoi armadi.
Allan Wakefield di Slotforum – Giacomo Grazioli – Edo Bertoglio
Per raggiungere la sede di Slot_up uscire dalla A1 a Fidenza, mantenere la destra per Soragna. Una volta arrivati in prossimità del paese, svoltare a sinistra per Busseto. Arrivati a Roncole Verdi oltrepassate il paese, 300/400 metri in direzione Busseto trovate la sede del Club.Ci si vede li.
Ho letto con molto interesse l’articolo corredato di splendide foto. Concordo in tutto ma vorrei fare qualche commento.
A favore dei più giovani. Io sono del 1952. Affinchè non mitizzino troppo quel periodo. Che fu comunque contrastato e portò quasi alla scomparsa del nostro amato hobby. Proprio perchè il lato modellistico venne presto abbandonato.
Nel periodo boom dello slot , gli anni sessanta, la varietà di modelli, la frequenza dei lanci commerciali, l’esplosione delle piste commerciali fu talmente rapida che i modellisti e slottisti non riuscivano letteralmente a tenere il passo. La prestazione in pista, nella stragrande maggioranza dei casi , aveva la meglio sulla preparazione modellistica. Tanto è vero che ben poche Cucaracha non tagliate sono rimaste in vita. La maggior parte erano tagliuzzate in ogni loro parte.
Il commento che vorrei fare è che, secondo me, i modelli, salvo poche eccezioni, non venivano curati come quelli che si vedono nelle foto. Queste foto riproducono modelli assolutamente vecchi ed autentici ma accuratamente montati e verniciati in questi ultimi anni da parte di appassionati che negli anni hanno sviluppato una capacità artigianale ed un bagaglio di esperienza invidiabile. Non so se quando avevano 12-16 anni sapevano già fare queste meraviglie. A quella età sicuramente mancavano le pecunie.
Questo non vuol nulla togliere al valore di questi modelli, che è eccezionale. Vorrei solo che i neofiti si rendessero conto che completare un modello qualsiasi di quelli in foto richiede tante ore. Negli anni sessanta l’esplosione delle novità, la limitata disponibilità economica della maggior parte di noi, la necessità e voglia di portare in pista presto e subito quello che veniva proposto nei negozi, impediva la cura dei modelli al livello mostrato dalle foto.
Naturalmente c’erano le eccezioni, ma la stragrande maggioranza incollava, verniciava alla meglio e appena aveva qualche mille lire in tasca volava nel primo centro per vedere quanto andava forte l’ultimo acquisto. La macchina non andava e la si pastrocchiava tutta fino a che o andava forte o se ne comperava una altra, chi poteva.
Detto questo, complimenti ad Ezio ed ai suoi amici per tutto questo che stanno facendo per lo slot vintage.
Forza così .
Valter Baccalaro
sono d’accordo con Valter sulla sua analisi, in effetti lo slot era visto come un puro investimento commerciale da chi gestiva le sale giochi, mentre chi correva pensava esclusivamente alle prestazioni e dell’estetica gliene caleva ben poco, però a sua scusante direi che i modelli pronti erano pochissimi, erano quasi tutti in kit e, dati in mano a giovanissimi assatanati, il risultato del montaggio non poteva essere che scadente. Come dire anche che i modellisti esperti dell’epoca non erano molto attratti dal veder muovere (e tanto meno correre) le loro preziose creature.
Parliamo sempre, però, della situazione in Italia, mentre all’estero abbiamo delle testimonianze di gare dove chi voleva partecipare doveva superare un esame estetico, quello che in qualche misura ora si fa con le plastiche 1/32.
Sia come sia, dopo pochi anni (fine anni 60) spariscono le piste commerciali: il costo di un “prototipo” ormai aveva raggiunto cifre assurde, costava quasi come una Vespa Primavera.
Poi inizia il periodo “underground” degli slottisti irriducibili che, ognuno chiuso nelle proprie cantine, porterà al formarsi di una nuova generazione di slottisti che si ritroverà nel 1975 grazie ad Autosprint.