Mimmopensiero sulle verifiche dei motori.
A Soragna 2003 (è già l’anno scorso), per restare a cose recenti, un amico commissario tecnico, simpaticamente mi garantiva, volta per volta, che il mio motore era in tutte le cinque categorie sempre il più lento alle verifiche, ma non sono mai arrivato ultimo; allora il nesso tra il numero di giri del motore e la competitività in cosa si rivela?
In realtà potrei aver usato uno dei numerosissimi ed elementari stratagemmi, sarebbe noiosissimo elencarli tutti, per superare indenne le verifiche tecniche e fare poi riguadagnare al motore giri nel corso del warm-up, ma non ho mai vinto (ma allora il nesso tra il numero di giri del motore e la competitività in cosa si rivela?).
Diranno i miei denigratori che non vinco neppure imbrogliando perché sono scarso.
Diranno i miei amici che non ho bisogno di imbrogliare e che non sono arrivato ultimo pur avendo il motore più lento perché sono fortissimo.
Se non ve ne siete accorti, queste ultime due sono valutazioni meramente soggettive, null’altro che opinioni personali.
Ma davvero c’è bisogno di acquistare costosissimi marchingegni per la misurazione dei giri al minuto per coltivare delle opinabilissime e gratuite opinioni personali (entrambe perfettamente possibili ma entrambe perfettamente sbagliate perché non sono ne scarso ne tantomeno fortissimo)?
Nelle competizioni tra qualsiasi cosa sia spinta da un motore (automobilismo reale ed in scala, motociclismo reale ed in scala, motonautica reale ed in scala, aeromodelli reali ed in scala, campionati di skate-board o di monopattino a motore, test tra marche diverse di aspirapolvere, campionato italiano di montatori di panna, etc.), chi assembla il proprio modello cerca di dotarlo del motore più veloce tra quelli disponibili, poi esaspera la messa a punto per cercare di ottenere il massimo dal motore migliore e poi, se possibile, qualcosina di più!
Nello slot no, il tuo miglior motore (che ovviamente è della marca e del modello omologato), quasi sempre, non è consentito usarlo. La classica corsa sfrenata agli acquisti che caratterizza questa e qualsiasi altra passione di impronta marcatamente consumististica, non è diretta a cercare di accaparrarsi il motore migliore, ma aspira ad un motore medio, non il più lento (quello capita sempre a me), ma giammai il più veloce. L’ambizione, l’oggetto del desiderio, è rappresentato da un motore mediocre (acquistato però a seguito di sacrifici economici, peripezie commerciali e disavventure logistiche degne della miglior causa). Non sono ancora miliardario, ditemelo voi, quanti NC2 devo comprare per poter star certo di essere in possesso di un esemplare in grado di esprimere il più confortante livello di mediocrità?
Nei lontani anni ‘60, i meno giovani lo ricorderanno, anche in italia si praticava lo slot racing su impianti commerciali di origine americana pieni di curve sopraelevate, poi l’affermarsi di piste in plastica con la bandella magnetica appiattì le curve ed aggiunse i magneti ma non alterò l’aspetto tecnico più caratterizzante, per vincere era necessario (in entrambe le situazioni) riuscire a disporre, o comunque a preparare, il miglior motore. Ciò nonostante a nessuno veniva in mente di sviluppare appositamente per lo slot una macchina (infernale) in grado di misurare i giri compiuti dal motore.
I più abili preparatori di motori erano odiatissimi, ma solo in seguito al riaffermarsi delle piste in legno (stavolta piatte, tortuose ed autocostruite), conseguenza del proibizionismo nei confronti dei magneti a scopo di tenuta, lo slot italiano, sviluppando tecniche telaistiche sempre all’avanguardia in tutto il mondo, relegò la potenza del motore ad un ruolo meno che secondario.
Perché improvvisamente lo slottista italiano del XXI secolo è ossessionato dalla ricerca e dal controllo dei giri del motore?
Se davvero l’insieme della macchina (assetto, telaio, gomme, rapporti, etc.) non conta nulla, perché mai bisogna mortificare l’unico aspetto decisivo della preparazione preferendo i mediocri ai migliori?
Se invece, alla faccia di ogni ragionevole logica, scoprissimo che il controllo del motore sia davvero l’elemento determinante (ecco: immaginiamo uno slot nel quale non esistono le gomme!), perché proprio il numero massimo dei giri del motore deve risultare determinante? Non contano niente le rotazioni ai regimi medi? Non conta niente la capacità di raggiungere rapidamente la velocità massima (consentita)? Non conta niente la capacità di frenata? (chi non ha mai visto modelli che inchiodano le ruote in frenata?) Non conta niente la capacità di attrazione magnetica della cassa del motore? (Qualcuno si ricorda il famigerato magnetometro?)
Forse il problema è che non si può pubblicamente ammettere che l’utopia plasticara di una competizione equilibrata perché derivata direttamente e strettamente dalla “scatola” è un plateale fallimento?
Forse il problema è che LA NOSTRA IDEA di competizione equilibrata tra modelli derivati dalla “scatola” è un fallimento.
Vi siete accorti di quale meraviglioso sforzo stanno compiendo incredibilmente all’unisono negli ultimi anni i produttori di modelli slot italiani, inglesi, spagnoli (etc.) per proporci dei modelli dotati di motorizzazioni sempre più interscambiali tra loro?
Io mi sono accorto che qualcuno ha in testa di cercare di invertire la tendenza prevalente sul piano industriale e su quello commerciale, cercando di porre un freno alla interscambiabilità dei motori. E’ un pazzo? No siamo quasi tutti noi.
Nel frattempo vige una vera e propria “presunzione di colpevolezza”, che colpisce chiunque sia sorpreso in possesso di un motore al di fuori del limite di giri consentito, e che risparmia chiunque sia in possesso di un motore sfacciatamente irregolare ma che rispetti il limite di giri consentito.
Per i non appassionati/studiosi/studenti di diritto faccio presente che la presunzione di colpevolezza è da sempre un indiscusso indice di inciviltà.
Augurandovi un anno buono, Gabba Gabba Hey!
saro’ breve e coinciso:delle tue elucubrazioni “masturbatorie-pseudo intelletualoidi”sui giri dei motorini delle macchinine me ne puo’ frega’ de meno….piuttosto,se eri a Soragna perche’ non ci dici le classifiche COMPLETE?? (eliminatorie e tutto…)mi pare che l’argomento sia piu’ interessante……(e non penso di essere l’unico a pensarlo…)
Ciao logorroico! (ma come ti sopporta la tua/tuo ragazza/o….)
gabba gabba booo???
…dimenticavo:(dal modo(astruso e stucchevole..)in cui scrivi, mi e’ sorto un dubbio..) hai preso il diploma al CEPU? o ti sei fermato alla “Scuola radio elettra”?
ciao logorroico.
buon anno e gabba gabba booo???
Sono pochi coloro che, dovendo prendere una decisione, sanno calcolare tutta la tavola del pro e del contro, cioè, che sanno non soltanto conteggiare i vantaggi e gli svantaggi, ma anche ponderarli esattamente. Pertanto due persone che discutono mi sembrano simili a due mercanti che siano debitori reciprocamente l’uno all’altro di molte somme di denaro e che non siano disposti ad esaminare la somma dei loro conti in generale, continuando ciascuno a reclamare contro l’altro quanto gli è dovuto e alterando l’esatta entità di taluni debiti. Ma, così facendo, non potranno mai porre termine alla loro discussione. Non dobbiamo perciò meravigliarci se lo stesso è avvenuto finora nelle dispute, quando la questione non è chiara (cioè quando non è ridotta in termini numerici). […]Appunto perciò la nostra caratteristica ridurrà ogni cosa a numeri e, affinché anche i nostri ragionamenti possano essere misurati, essa fornirà una specie di statica. Infatti, anche le probabilità sono subordinate al calcolo e alla dimostrazione, potendosi sempre calcolare quella che tra diverse circostanze si verificherà con maggiore probabilità. […]
MINCHIA !!!!!
G. W. Leibniz, Storia ed elogio della lingua caratteristica universale, in Scritti di logica, Roma-Bari, Laterza, 1992, pp. 144-148
Quando si riporta un pensiero altrui, è buona norma citare l’autore
L’importante e il pensiero… comunque hai ragione.
Non crederete che sia capace di tanta sapienza…. mi piace leggere il genere…. e poi affiancarlo alle tante …… che si dicono.
L’articolo e’ naturalmente penoso – comunque, se per caso a qualcuno interessasse veramente definire la questione delle verifiche, la cosa non dovrebbe essere particolarmente difficile
Basterebbe fare una serie di misure della velocita’ con la base Wincrono, ed assorbimenti relativi per le varie categorie
Con ogni probabilita’ la soluzione (almeno per le categorie meno tirate) sarebbe di adottare motori piu’ veloci del solito, ed imporre un rapporto corto
Io sono da poco nel giro, ma preferirei proporre una cosa:
visto e considerato che a nessuno piace perdere quindi tutti spendono non pochi soldi per l’acquisto di motori e fanno prove su prove per cercare il loro motore migliore(e non mi riferisco a numero di giri), non si potrebbe aumentare la tassa d’iscrizione e con quei soldi fornire il pilota del motore il giorno della gara?
Magari poco prima che parta la manche, 30 min prima per esempio! Debitamente punzonato con impossibilità di apertura!
Sinceramente a me non dispiacerebbe affatto pagare qualcosina in più, ma sapere che in pista al mio fianco non ci sono probabili abusivi, ma solo persone che si divertono a sistemare la macchina!
Sono sicuro che alle gare parteciperebbe molto più gente, visto a nessuno piace fare chilometri e impegnarsi una domenica intera per fare una manche di 20 min e qualche giro di prova, già sapendo che sicuramente sono solo gli abusivi o quelli che fanno girare il motore nell’acqua santa a divertirsi!
Saluti Luca
Non volevo partecipare a questa discussione, dato che si sono già spese anche troppe parole e le idee dovevano essere chiare, ma il tuo intervento merita: di fatto, ogni forma di verifica dei motori è iniqua per molte ragioni; quello del controllo dei giri sarebbe un valido sistema su motori “normalmente” usati senza trucchetti, poichè, generalmente, in questo caso c’è una correlazione tra giri e prestazioni in pista.
Purtroppo, ci sono trucchetti per far scendere i giri a motori troppo veloci senza perdere prestazioni, anzi, e sarebbe difficile per qualsiasi c.t. entrare nel merito.
Ti dirò, comunque, che a Soragna in occasione dei C.I. con i miei motori (di cui sono certo di non aver usato trucchetti se non un normale e ordinario rodaggio), abbondantemente entro i limiti di giri, non ho visto nessuno che mi abbia bruciato in scatto e dritto.
Hai perfettamente ragione.
Il metodo dei sorteggi dei motori pre-gara è l’unico per tagliare la testa al toro a tutte queste discussioni, però, attenzione, si perde il gusto della preparazione del modello : tanto vale, a quel punto, che la macchina sia fissa in pista ed uguale per tutti.
Emilio
Bravo Emilio,
anche secondo me, la differenza in campo non l’hanno fatta i motori più o meno abusivi, ma le gomme, senza quelle giuste un motore troppo performante sarebbe stato un boomerang che ti ritornava nei denti.
Se vuoi ci mettiamo anche il rapporto di trasmissione nelle categorie GT che sono le uniche nelle quali è libero.
Un saluto a tutti
Cavanna Claudio
Ayrton Senna slot club – Soragna (PR)
Ciao Luca,
anche i motori a sorteggio hanno i loro pro ed i loro contro (come per tutte le cose…).
Per farti un esempio… ho partecipato all’ultima gara DTM del Magical (con motori a sorteggio).
Il motore pareva buono (in prima batteria mi sono permesso il lusso di tenermi dietro l’attuale C.I. tale Fallini!!!!!). Dalla seconda il motore ha avuto un calo impressionante (e se ne sono accorti tutti!).
Altri invece avevano motori ancora più “loffi” del mio già dalla partenza…..
Cose che capitano, s’intende… niente da recriminare a nessuno, ma come vedi anche i sorteggi hanno i loro limiti.
Sicuramente c’è più un po’ più bagarre in pista, ma nemmeno poi tanto!
bye a presto, U.
PS: attendo con ansia la fine del mese x l’inizio del vostro DTM NC2 con il mio scasso di ASTRA V8…
Bravo Umberto. Hai scritto esattamente quello che penso anche io. Anzi, se ti ricordi, in batteria “A” il povero Claudio ha lottato contro Franco con un motore non all’altezza, sempre sorteggiato. E si sono giocati il campionato! Allora, secondo me, neanche questo è corretto, cioè affidare tutto alla dea bendata. Se esistesse un motore che garantisce SEMPRE prestazioni ugluali per tutti il discorso cambierebbe…………………
Ciao Lorenzo.
O.K. hai analizzato + o – logicamente la situazione, ma ti 6 fermato . Hai impiegato un numero altissimo di parole solo per dire che le verifiche come si fanno adesso sono inutili, O.K. Però devi concludere il tuo intervento, perchè così come lo hai impostato viene naturale chiedersi: e allora?Tutte quelle belle parole per che cosa?
Ciao Dario
Grande Dario,
Mimmo è un filosofo e i filosofi non danno soluzioni!
Emilio
Il fisico non può mai sottoporre al controllo della esperienza un’ipotesi isolata, ma soltanto tutto un insieme di ipotesi. Quando l’esperienza è in disaccordo con le sue previsioni, essa gli insegna che almeno una delle ipotesi costituenti l’insieme è inaccettabile e deve essere modificata, ma non gli indica quale dovrà essere cambiata. […] L’orologiaio al quale si dà un orologio che non cammina, separa tutti gli ingranaggi e li esamina uno a uno finché non trova quello alterato o rotto. Il medico a cui si presenta un malato non può sezionarlo per fare la sua diagnosi; egli dovrà indovinare il punto e la causa del male dalla sola ispezione dei disordini che affliggono l’intero corpo. È a questo, non a quello che somiglia il fisico incaricato di rettificare una teoria zoppa.
RIMINCHIA!!!!
Ma gli dai ancora retta?!?!
Quando Zarathustra venne nella città più vicina, che sorgeva accanto alla foresta, vide molta gente radunata sul mercato; poiché era stato annunziato che un uomo avrebbe ballato sulla corda. E Zarathustra così parlò al popolo “Io vi insegnerò cos’è il Superuomo. L’uomo è qualcosa che deve essere superato. Che cosa avete fatto per superarlo? Tutti gli esseri fino ad oggi hanno creato qualcosa che andava al di là di loro stessi: e voi invece volete essere la bassa marea di questa grande ondata e tornare ad esser bestie piuttosto che superare l’uomo? […]Che cos’è la scimmia per l’uomo? Qualcosa che fa ridere, oppure suscita un doloroso senso di vergogna. La stessa cosa sarà quindi l’uomo per il superuomo: un motivo di riso o di dolorosa vergogna Ecco, io vi insegnerò a diventare Superuomini; il Superuomo è appunto quel mare, in cui si può perdere il vostro grande disprezzo.
Gaetano, metti un pò più di tabacco in quello che fumi !! 🙂
F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra, in Id., Opere scelte, a cura di L.Scalero, Longanesi, Milano, 1964 (2a ed.), pp. 242-43
Pierre Duhem, La teoria fisica: il suo oggetto e la sua struttura, Il Mulino, Bologna, 1978, pp. 207-212
Lucio… almeno qualcuno che capisce…!
Una volta non si misuravano i giri dei motori, è vero. Le gare però le vincevano quasi sempre quelli che erano più bravi ad elaborare i propri motorini (a quei tempi si rifacevano gli avvolgimenti degli indotti a mano) o che avevano più “pilla” per cercare motori da record in giro per il mondo. Poi, a partire dal metallo, si sono fatte delle categorie e messe delle regole per riequilibrare le cose, con indotti e/o motori (e gomme) uguali per tutti consegnati a sorteggio prima della gara. Nella plastica il metodo della misurazione dei giri è un modo, anche se imperfetto, per mettere delle regole e farle rispettare, lo sanno tutti che il parametro dei giri non è l’unico che determina se un motore è buono o no. Però se non ci fosse nemmeno quel controllo le differenze fra bravi e brocchi (e fra furbi ed onesti) sarebbero ancora maggiori. Io, tanto per fare un esempio, ho una Audi R8 della Scx (con motore Rx41) che invece dei 13500 giri circa che dovrebbe avere, ne fa 42000, perchè al posto dell’indotto originale ho messo un vecchio indotto di un Mabuchi 16D che avevo rimasto (tanto sono precisi di dimensione e di aspetto); se non ci fosse alcun controllo sui giri dei motori ed il truccheto rimanesse nascosto, probabilmente presentandola in gara avrei qualche chanche in più di arrivare fra i primi! Fare regolamenti e trovare criteri infallibili è sempre difficile, se hai idee in proposito per rendere più facili e giuste le cose tirale fuori in maniera più chiara (e sintetica) e ne discutiamo insieme!
Ciao Chaparral